Velvet Underground. Gli album degli anni Sessanta
I Velvet Underground, con gli album degli anni Sessanta, inventando un sound notturno e perverso, hanno deviato i destini del rock.
I Velvet Underground, con gli album degli anni Sessanta, inventando un sound notturno e perverso, hanno deviato i destini del rock.
La seconda metà dei Settanta era l'apice della rabbia e del punk e trovava una delle espressioni più potenti a Londra con i Sex Pistols.
Stranger in Moscow è uno dei brani più intensi di Michael Jackson. Una canzone colma di solitudine, un rhythm and blues lento e malinconico.
Stairway To Heaven, pietra miliare del rock e dei Settanta, ha cristallizzato l'essenza dei Led Zeppelin, rappresentandoli al meglio.
Nelle canzoni di De Gregori, album omonimo del '78, soffia ovunque un vento di malinconia, d'inverno, di solitudine, di dolce amarezza.
Le canzoni di Eminem portano a galla i suoi inferni senza concedere nulla al conformismo, sono un pugno tirato in faccia alle convenzioni.
Un viaggio tra i luoghi beatlesiani di Liverpool. La città inglese è un museo, ogni vicolo e ogni squarcio di cielo ci parlano dei Beatles.
Negli anni Cinquanta Miles Davis si diede alle leggende, arrivando nel '59, con Kind Of Blue, a un incontro memorabile di passato e futuro.
Fabrizio De André raggiunge i suoi vertici con i dischi della maturità. Lingue altre, strumenti esotici, destini di solitudine e di salvezza.
Dalla poesia colta e barocca di Claudia Ruggeri emergono un senso di vuoto e una solitudine espressi per cenni e slanci evocativi.
Con Johnny B. Goode Chuck Berry diceva basta a un'epoca. Questo brano era novità, trasgressione, giovinezza. Era il futuro. Era il rock.
Notti, eccessi, whisky. La Cinquantaduesima strada di New York e i suoi locali di un tempo. Il jazz, le leggende, lo squallore.