Biografia di Frank Sinatra

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Frank Sinatra nacque a Hoboken, nel New Jersey, sulla riva occidentale del fiume Hudson, in faccia a New York, la città della sua gloria futura. Era il 12 dicembre del ’15.

I suoi genitori erano italiani. Siciliano lui, ligure lei. Erano emigrati all’inizio del secolo.

Frank alla nascita rimase sordo a un orecchio. Quel difetto non era un difetto. Ce lo avrebbe detto il futuro.

Gli inizi di Frank Sinatra

L’adolescente Frank non amava la scuola. In compenso aveva una grande passione per il canto, stimolato dall’ascolto di Bing Crosby.

Cominciò presto a lavorare. Fece lo scaricatore di porto, lo strillone e altre robe.

Ma il canto sopravviveva nel suo destino. Il ragazzo prese così a cantare nei localini della zona.

Nel giro di pochi anni formò un gruppo. Poi fu ingaggiato dal trombettista Harry James nella sua orchestra. Quello con James fu un periodo breve ma formativo.

Frank Sinatra
In gioventù.
Foto di Insomnia Cured Here su Flickr, CC BY-SA 2.0.

Il successo di Frank Sinatra

Nel ’39 Sinatra sposò Nancy. Nel ’40 i due misero al mondo Nancy Sandra, futura icona beat.

Sempre nel ’40 il cantante fu ingaggiato dal trombonista Tommy Dorsey. Con quell’orchestra mise a punto il suo stile.

Dopo un paio d’anni di questa esperienza, firmò per la Columbia Records. Nel giro di poche pubblicazioni divenne The Voice, nome con cui sarebbe stato conosciuto in tutto il mondo. Prese a stazionare ai vertici delle classifiche. Venne presto considerato uno dei più grandi cantanti d’America.

Frank Sinatra piaceva ai giovani, e questa era una novità per un cantante. Il rapporto privilegiato tra la canzone e i giovani, che sarebbe stato alla base del successo di Elvis Presley e che dopo sarebbe diventato la norma, trovava ora una primissima manifestazione.

In quegli anni, naturalmente, il cinema richiese The Voice. Che, dopo qualche ruolo secondario, prese a essere protagonista di vari musical. Soprattutto Un giorno a New York del ’49 ebbe un grande riscontro di critica e di pubblico.

I concerti svolsero un ruolo fondamentale nell’ascesa di Frank Sinatra. In particolare New York gli tributò sempre applausi scroscianti.

Ma la crisi era dietro l’angolo. The Voice si avviava verso uno dei periodi più bui della sua vita. Si sa, quando si è in alto, la caduta è rovinosa.

Frank Sinatra
1947.
Foto di William P. Gottlieb.

Il periodo buio

Il successo cinematografico venne a mancare. Problemi alla voce ebbero ripercussioni sui suoi concerti e gli attirarono critiche. La Columbia non gli rinnovò il contratto. La situazione economica non era più la stessa. Così come quella sentimentale. Frank si separò dalla moglie, da cui aveva avuto altri due figli. Subito dopo sposò Ava Gardner. Fu un matrimonio breve. Le gelosie e i litigi tra i due erano all’ordine del giorno. C’è chi sostiene che Sinatra tentò il suicidio più di una volta.

Da quelle disperazioni The Voice sarebbe uscito più forte di prima.

I sapori della notte e della nostalgia

Nel ’53 Frank firmò un contratto con la Capitol.

In questo decennio l’artista raggiunse le sue vette. La sua voce era maturata, ed era piena di colori cupi e tormentati. Sinatra non era più il cantante dei giovanissimi. Era uno dei più grandi crooner che si erano mai visti. Diede profumi unici a canzoni di George Gershwin, di Cole Porter, di altri. Altri brani furono scritti apposta per lui. Quelle lentezze e quelle malinconie sarebbero restate il suo marchio di fabbrica, alternate allo swing. La sua voce profonda ed emotiva, le atmosfere jazz, lo swing, i sapori della notte e della nostalgia, l’aristocrazia e il pop che si davano la mano. Tutto concorreva all’affermazione di una leggenda.

Frank Sinatra
1957.

Gli anni dei capolavori

The Voice in questi anni tirò fuori molti dei suoi brani più belli. La celebrata I’ve Got You Under My Skin, con gli indimenticabili fiati. My Funny Valentine, la cui esecuzione è tra le più sentite di questo standard del jazz, insieme a quelle di Chet Baker, di Sarah Vaughan e di pochi altri. Poi I Get a Kick Out of You, They Can’t Take That Away from Me e via dicendo.

Gli album di questa fase furono i suoi capolavori. In particolare In the Wee Small Hours del ’55 era e sarebbe restato il suo vertice. Uno dei primi concept, tutto pervaso di tormenti e di malinconie. La sua copertina si sarebbe affermata come una delle immagini iconiche del Novecento. Un Frank Sinatra pensoso e solo, con la cravatta allentata e con la sigaretta in mano, nella città notturna e deserta. Questa copertina c’introduceva come meglio non si poteva alle atmosfere dell’album.

In più in questi anni rifiorì la sua carriera cinematografica, che lo vide anche vincere l’Oscar per il miglior attore non protagonista con il film del ’53 Da qui all’eternità.

Era in questo periodo che si diffondevano sempre più le voci di suoi presunti legami con la mafia. Ma l’artista, mai accusato formalmente, avrebbe sempre negato.

In the Wee Small Hours
L’indimenticabile In the Wee Small Hours.
Foto di Lara Wehbe su Pexels.

Le notti di Frank Sinatra

Verso la fine del decennio, Frank diede un impulso alla sua vita notturna con il famoso Rat Pack. Il Rat Pack era un gruppo di amici che se la spassavano tra il gioco e il whisky. Questi giovanotti in là con gli anni erano tutti uomini dello spettacolo. Spesso lavoravano insieme. Tra questi c’era Dean Martin, grande amico di The Voice. Las Vegas era il teatro di queste prodezze notturne.

In un mondo nuovo

Gli anni Sessanta videro ancora un Sinatra molto attivo, sia per le pubblicazioni che per i concerti. Dal ’62 prese a pubblicare per l’etichetta da lui fondata, la Reprise Records.

Ma ora il mondo era cambiato. Erano i Beatles, i Rolling Stones e altri a catturare le attenzioni dei giovani. La Beatlemania era sbarcata anche negli Stati Uniti. Il pianeta della musica viaggiava a grandi velocità. Persino Elvis Presley, Chuck Berry, Little Richard, che solo una manciata di anni prima erano stati i capofila di una rivoluzione epocale chiamata rock and roll, apparivano vecchi. La controcultura di quell’epoca era lontanissima da The Voice. Che ora era il passato.

I nuovi successi di Frank Sinatra

Eppure Frank Sinatra, tra le tante interpretazioni di questi anni, piazzò, nella seconda metà del decennio, due dei suoi più grandi successi. Strangers in the Night e My Way, due brani che non amava molto. Le parole del secondo furono scritte da Paul Anka, sulla musica di una hit francese. Anka provò a cucire la canzone su misura per Frank, che in quei giorni pensava di abbandonare il mondo dello spettacolo. Una canzone che celebrava una vita vissuta appieno, tra cadute e rinascite. Per The Voice il brano era troppo pomposo. My Way sarebbe stata cantata da tanti, compresi Elvis Presley e un dissacrante Sid Vicious, e si sarebbe diffusa in ogni angolo del mondo. Ma Sinatra amava di più le sue cose degli anni Cinquanta, più sobrie e toccanti.

Tra Strangers in the Night e My Way, Frank fece in tempo a sposare Mia Farrow e a divorziare. Un quarto matrimonio fu quello del ’76 con Barbara Blakely.

Fino alla fine

The Voice cantò ancora fino alla metà degli anni Novanta, diffondendo la sua leggenda. I suoi concerti furono fittissimi, nonostante l’età che avanzava. Pienoni e applausi da una parte all’altra del mondo. Dalla sua New York al Maracanã stracolmo di Rio de Janeiro. Dall’Italia delle sue origini alla Las Vegas delle sue notti e dei suoi mille ricordi. Dal Giappone all’Australia.

Le luci di Las Vegas restarono spente tutta la notte, dopo che il 14 maggio del ’98 Frank Sinatra aveva chiuso gli occhi.