Playboy leggendario, deciso oppositore della guerra del Vietnam, collezionista di opere d’arte, che vanno da Picasso a van Gogh. Jack Nicholson, prima di tutto uno dei miti più solidi di Hollywood. La sua recitazione talentuosa e spontanea, il suo ghigno, i suoi occhiali scuri, la sua capacità di dare credibilità a personaggi estremi sono nella storia del cinema.
Jack nacque a Neptune City, nel New Jersey, il 22 aprile del ’37. Gli altri della famiglia erano mamma Ethel e le due sorelle June e Lorraine.
Jack al liceo già era se stesso. Esuberante e burlone.
Proprio al liceo cominciò ad appassionarsi alla recitazione. Lo elessero miglior attore. Ma ben altri riconoscimenti erano scritti nel suo destino.
Verso il successo
Nel ’54 il futuro divo era già a Los Angeles, sulla sua strada. Quella strada sarebbe stata lunga. Ma Jack Nicholson l’avrebbe percorsa senza guardarsi indietro.
Prese ad arrangiarsi. Intanto studiava recitazione e cercava occasioni. Le prime le trovò verso la fine del decennio. Il debutto ci fu nel ’58 in The Cry Baby Killer.
Nel ’62 Jack sposò Sandra Knight. Da questo matrimonio venne al mondo Jennifer. Ma la gioia era mischiata al dolore. Nicholson perse sua sorella June, uccisa da un tumore.
Jack faceva uso di droghe. Questo fu uno dei problemi del suo matrimonio. Il divorzio ci fu nel ’68.
Nel 1970 un altro dolore entrò nella sua vita. Se ne andò la mamma per un cancro.
Ma la carriera volava. Tra gli altri film, Easy Rider, Cinque pezzi facili, L’ultima corvée, Chinatown di Roman Polański. Arrivarono candidature agli Oscar e consensi generali.

Foto di Luis Villasmil su Unsplash.
La biografia movimentata di Jack Nicholson
Nicholson faceva impazzire le donne, si sa. Il suo sguardo di chi la sa lunga era irresistibile. Così la sua vita sentimentale era piuttosto movimentata. Da Susan Anspach, Jack ebbe un figlio nel 1970. Poi intrecciò una storia con Michelle Phillips. Poi un’altra con Anjelica Huston.
Nel ’74 caddero le sue certezze. Un giornalista del «Time» aveva scoperto la verità sulla sua famiglia, e lo esortò a farsela raccontare dalla sorella. Così Lorraine rivelò a Jack che sua madre era in realtà la nonna e che June non era sua sorella ma sua madre. June lo aveva concepito quand’era minorenne. Del padre, invece, nessuna certezza. Nicholson, naturalmente, rimase sconvolto.
Jack Nicholson. Una leggenda vivente
Con quella confusione in testa, l’attore, nel 1975, scrisse uno dei capitoli indimenticabili della sua carriera, che gli portò l’Oscar come miglior attore protagonista. Qualcuno volò sul nido del cuculo di Miloš Forman era un capolavoro. Un’icona eterna di libertà e di antirazzismo.
A questo si aggiunga che nello stesso anno era già uscito, con Nicholson protagonista, Professione: reporter del grande Michelangelo Antonioni.
Gli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta videro altre interpretazioni memorabili. Shining di Kubrick, Voglia di tenerezza (Oscar come miglior attore non protagonista), Le streghe di Eastwick, Batman, Codice d’onore.
Intanto, terminata la storia con Anjelica Huston, Jack Nicholson si legò a Rebecca Broussard, da cui ebbe, nel ’90 e nel ’92, Lorraine e Raymond. Honey era nato invece dalla relazione con Winnie Hollman.
La carriera di Nicholson fu onorata nel ’94 con il riconoscimento assegnatoli dall’American Film Institute.
Il terzo Oscar arrivò nel ’98 per la sua interpretazione in Qualcosa è cambiato.
Il mito di Jack ormai era stato scritto. Ma l’attore continuò a collezionare applausi. Recitò per esempio in The Departed, in Non è mai troppo tardi, in Come lo sai.
Sopraggiunta la vecchiaia, il leone si ritirò nella sua solitudine. Ormai era una leggenda vivente.