Il Festival di Monterey

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Il Festival di Monterey si svolse dal 16 al 18 giugno del 1967.

Il ’67 fu un anno cruciale per il rock. Un anno ricco di fermenti.

In particolare il 1° giugno vide la luce il Sgt. Pepper dei Beatles, icona del rock di massa. Un album che portava a tutti le novità del tempo. I colori, la psichedelia, l’India, l’idea del concept, l’utilizzo creativo dello studio di registrazione. Sgt. Pepper dava il via all’Estate dell’amore, di cui proprio il Festival di Monterey fu una vetta entusiasmante.

Gli hippie

Nella prima metà dell’anno crebbe la controcultura degli hippie, che vide la sua massima fioritura proprio nell’Estate dell’amore.

Gli hippie erano la punta di una gioventù che si opponeva alla tradizione. L’abbigliamento colorato, la libertà sessuale, un linguaggio nuovo, la marijuana e l’Lsd, la non violenza, lo spirito di aggregazione, un nuovo rapporto con la natura, i cibi alternativi.

Proprio gli hippie e la loro controcultura furono i protagonisti dei festival rock di quei tempi, da Monterey a Woodstock.

Gli hippie erano l’anticonformismo gioioso e ottimista.

Questi ragazzi fecero di San Francisco il loro centro.

Gli hippie furono protagonisti al Festival di Monterey
La stagione degli hippie fu breve ma intensissima.
Foto di Nicol Castillo su Unsplash.

Il Festival di Monterey

Il Festival di Monterey fu una fotografia di quella stagione.

Gli artisti furono tanti. Da Simon e Garfunkel ai Byrds, dai Jefferson Airplane a Otis Redding, da Ravi Shankar ai Grateful Dead, dagli Who a tanti altri. E poi Janis Joplin e Jimi Hendrix, le cui esibizioni fecero entrare il Festival nella leggenda.

Tutti salirono sul palco gratuitamente, a parte Ravi Shankar. Il biglietto d’ingresso costava un dollaro. Quindi il concerto in pratica fu gratuito. Il ricavato fu devoluto in beneficenza. Tra gli organizzatori c’era anche Paul Simon del duo Simon e Garfunkel.

Monterey e Woodstock

Il Festival di Monterey non ha nulla da invidiare a Woodstock. Sono in molti a considerare il primo la prova generale del secondo. Ma la prova può essere più entusiasmante. Woodstock fu meno sorprendente. Perché quella cultura giovanile era ormai quasi istituzionalizzata. E poi a Woodstock si respirava una sottile nostalgia per ciò che stava finendo. Era l’ora dei saluti. Era l’ultima festa. Monterey invece coglieva quella gioventù nel suo fulgore. Nella sua estate piena, quando la disillusione era di là da venire.

Sul finire di quei tre giorni, un semisconosciuto Jimi Hendrix salì sul palco di Monterey. La sua esibizione è una delle favole più belle del rock.

Alla fine di quell’esibizione, si sa, Jimi bruciò la sua chitarra. Da quel rogo uscirono gli ultimi suoni inauditi. Il pubblico era in visibilio. L’Estate dell’amore era al culmine. Il mondo era giovane.