Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino

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Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino uscì nell’81. Il film era tratto dall’omonimo libro del ’78. Il regista era Uli Edel. L’attrice principale era Natja Brunckhorst, che interpretava Christiane. La Brunckhorst era al suo esordio. Varie comparse erano state trovate tra gli ambienti notturni di Berlino.

Il film portava sullo schermo l’inferno della droga e della prostituzione giovanili. L’inferno va raccontato per quel che è. Da qui la crudezza di certe scene. Che in più veniva da una volontà di spettacolarizzazione.

Il film ebbe successo di pubblico. Ebbe però delle riserve sul versante della critica.

Un anno prima era uscito il diversissimo Tempo delle mele. Questi due cult erano due facce dell’adolescenza. Quella sporca e notturna di Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino e quella pulita e colorata del Tempo delle mele.

Gli anni Settanta erano stati drammatici per quel che riguarda l’eroina, e la storia di Christiane F. contribuì a far conoscere quei drammi notturni.

Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
Gli eventi raccontati in Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino si svolsero in parte nella Bahnhof Zoo, che è anche uno dei luoghi delle riprese del film.
Foto di Dr. Matthias Ripp su Flickr, CC BY 2.0.

Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino. La trama del film

L’adolescente Christiane vive con la madre e con la sorella nel quartiere dormitorio di Gropiusstadt. Le giornate sono cupe tra quei casermoni. Sua sorella decide di trasferirsi dal padre.

Christiane frequenta il Sound, insieme alla sua compagna di scuola Kessi. La discoteca è moderna e centralissima. È lì che pulsa Berlino, non nella periferia squallida di Gropiusstadt. È lì che pulsano i sogni di giovinezza di Christiane. Ma al Sound la ragazza conoscerà il suo futuro da incubo.

Al Sound intreccia una storia con Detlef. Vi conosce anche altri ragazzi. Dall’Lsd all’eroina il passo è breve. Dall’eroina alla prostituzione lo è altrettanto. Servono soldi. Anche Detlef si concede per denaro.

Da qui parte una storia-verità fatta di notti, di bagni, di buchi nelle vene, di sangue, di giovinezze spezzate. Alcuni muoiono. Anche Babsi muore per overdose. Christiane lo viene a sapere da un giornale. Babsi era una sua amica del giro.

Il centro di quegli incubi è la Bahnhof Zoo. Intorno a questa stazione pullulano eroina e prostituzione.

Il film si chiude con Christiane portata lontana da Berlino per una terapia di disintossicazione.

La discoteca Sound di Berlino
La discoteca Sound nel 1974. Fu al Sound che Christiane cominciò a scendere i gradini dell’inferno.
Foto di Gerhard Doerries, CC BY-SA 2.5.

Un clima cupo e opprimente

Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino è un film che sa di notte, di metropoli, di facce anonime, di mattine gelide, di destini desolati.

Heroes e altri brani del David Bowie berlinese accompagnano queste storie e ne sottolineano il clima cupo e opprimente.

Uli Edel dirige la pellicola come se fosse un documentario. Fotografa la realtà, senza sconti. Una regia senza fronzoli. Una registrazione dell’inferno. Ma fino a un certo punto. Perché la sensazione di asfissia che danno queste vicende è rimarcata dal regista. Che insiste sulla notte, sul chiuso, sul degrado, non concedendo quasi niente alla Berlino scintillante.