Heroes (1977) è il secondo album della trilogia berlinese di David Bowie.
Il brano che gli dà il titolo è uno dei più famosi della discografia bowiana. La storia d’amore protagonista del pezzo è un segnale di fiducia nel mare d’angoscia del Bowie di quegli anni. Perché, se il Muro divide Berlino e l’Europa, l’amore unisce. E quella storia vissuta ai piedi del Muro supera le divisioni imposte dalla mano dell’uomo.

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Heroes, come i due gemelli della trilogia, grazie anche alla collaborazione di Brian Eno, ha sapori avveniristici. David Bowie fa largo uso dell’elettronica, influenzato dai Kraftwerk. Contribuisce a portare quella sperimentazione fuori dalla pura sperimentazione. Attraverso la trilogia, l’elettronica entra a pieno titolo nel rock.
Heroes è colmo del clima degli anni Settanta. È un album impregnato di quegli odori, di quel freddo, di quella disillusione, di quelle avanguardie. Ma è anche imbevuto, grazie principalmente al brano omonimo, di desiderio di riscatto.
La trilogia di Berlino segnò anche la rinascita personale di David, preda in quegli anni di eccessi, di cocaina, di follie.
Con Heroes culmina il David Bowie più metropolitano e industriale.