Kraftwerk. Atmosfere futuristiche e sprazzi romantici

Al momento stai visualizzando Kraftwerk. Atmosfere futuristiche e sprazzi romantici

I Kraftwerk hanno inciso come pochi nella storia del rock. Hanno influenzato la techno, il synth pop, la new wave e tante altre cose. Hanno poi influenzato il David Bowie più metropolitano e industriale. E tramite Bowie sono arrivati dappertutto.

I Kraftwerk si sono insinuati ovunque perché il loro sperimentalismo non era fine a sé, non era un’operazione intellettualistica. Quello sperimentalismo era la base di uno splendido pop. La band tedesca ha preso la musica elettronica e l’ha tolta dai circoli d’élite. Ha fatto così interagire l’avanguardia e la comprensibilità. In questo modo ha diffuso a livello di massa quei profumi futuristici.

Il sintetizzatore, strumento basilare dei Kraftwerk

Sperimentazione e romanticismo

I Kraftwerk hanno raggiunto i loro vertici nella seconda parte degli anni Settanta. Autobahn (1974), Radio-Activity (1975), Trans Europe Express (1977), The Man-Machine (1978).

Questa band ha fatto musica. L’elettronica e la sperimentazione erano la base su cui impiantare qualcosa di antico.

In quei dischi c’è un incontro perfetto di concretezze urbane e pathos, di avvenirismo e atmosfere struggenti e notturne.

I Kraftwerk sono metropolitani se altri mai. I loro dischi sono impregnati di atmosfere moderne. La band di Düsseldorf non è fuggita dall’impoetico della metropoli. Ma, con i piedi saldi in quella freddezza, ha adoperato i suoi suoni per tirarne fuori spunti romantici e sprazzi contemplativi.

La modernità dei Kraftwerk

I dischi dei Kraftwerk sono tutt’oggi modernissimi. Non tanto perché la loro musica era avanti o per il fatto che quella musica ha influenzato una moltitudine di artisti. I Kraftwerk sono moderni perché quella musica è imbevuta di modernità. I loro dischi sono moderni più per lo spirito avanguardistico, che ha portato alla strumentazione elettronica, che per l’utilizzo in sé della strumentazione elettronica. Quei dischi hanno l’idea della modernità nel profondo. La stessa che avranno quando il progresso avrà reso arcaica quella strumentazione sperimentale.