Irriverenti, scanzonate, fantasiose. Ma anche delicate e poetiche. Le canzoni di Rino Gaetano sono tutto un mondo.
Rino era un cantautore solitario, senza riferimenti espliciti.
Gaetano cantava cose importanti mescolandole all’ironia e al nonsense.
La sua voce era unica, aspra, grezza.
Nato a Crotone nel ’50, non dimenticò mai la sua terra d’infanzia. Trapiantato a Roma, cominciò a farsi notare al Folkstudio, dove incrociò le esperienze di Antonello Venditti e di Francesco De Gregori. Rino sarebbe stato diversissimo dai due. Diverso da tutti.
A lanciarlo fu Vincenzo Micocci.
La morte lo prese a trentun anni, il 2 giugno dell’81, dopo un terribile incidente d’auto. Negli anni successivi, le canzoni di Rino Gaetano sono state rivalutate. Oggi sono oggetto di culto.
Rino ha cantato le ingiustizie, le emarginazioni, l’arroganza del potere. Ma non ha mai fatto prediche. La sua arte è pungente e ironica.
Di seguito ricordo cinque delle canzoni più belle di Rino Gaetano.
Ad esempio a me piace il Sud. I sapori del Meridione
Ad esempio a me piace il Sud è la seconda traccia dell’album d’esordio, Ingresso libero, del 1974. Era un Gaetano per certi versi ancora legato al cantautorato tradizionale. Ma erano evidenti dei tratti distintivi che cominciavano a emergere, che avrebbero fatto di Rino un cantautore anomalo, solitario.
Ad esempio a me piace il Sud è più lineare rispetto a tante cose future. Ed è un brano bello, che rivela l’anima meridionale del suo autore, l’amore per la sua terra e per il suo passato. Una canzone carica di immagini che erano indelebili nella memoria d Rino, ormai trapiantato a Roma. L’aridità dei campi, le donne che aspettano i mariti sulla porta, i contadini, la povertà.
Ci sarebbe stato da sorprendersi, con il secondo Lp, quello della svolta. Ma Ad esempio a me piace il Sud, con la sua bella ingenuità, era già un chiaro indizio che qualcosa di grande sarebbe accaduto.
Ma il cielo è sempre più blu. L’inizio del successo
Ma il cielo è sempre più blu fu pubblicata come singolo nel ’75. Con questo pezzo Rino cominciava ad affacciarsi alla popolarità. Che però sarebbe esplosa tra qualche tempo, specie dopo la sua partecipazione del ’78 a Sanremo con Gianna.
Con Ma il cielo è sempre più blu Rino Gaetano era già Rino Gaetano. Gli elenchi di situazioni apparentemente scollegate che però sono legate da un filo sottile. I nonsense. Gli spunti ironici. E poi la sua attenzione per gli ultimi, per le difficoltà della vita, e la denuncia dei soprusi. Così in questo brano sfilano quelli che vivono nelle baracche, «chi suda il salario», «chi mangia una volta», «chi ruba pensioni». Ma anche «chi ama la zia», «chi va a Porta Pia» ecc.
Eppure il cielo è blu. In questa canzone il malcontento e le povertà sono avversate dalla speranza.

Mio fratello è figlio unico, una delle canzoni più belle di Rino Gaetano
Mio fratello è figlio unico apre l’album omonimo, il secondo, pubblicato nel 1976. È anche il lato A del singolo estratto e poi il lato B di un altro singolo che ha sul lato A Berta filava.
Mio fratello è figlio unico non è solo una delle canzoni più famose di Rino Gaetano. È anche una delle più belle. Un brano fatto di protesta e di malinconia.
Il protagonista del pezzo, Mario, è figlio unico perché pensa con la propria testa. Non si lascia condizionare dai miti della società e dalle verità fatte. Così «non ha mai criticato un film senza prima, prima vederlo», ed «è convinto che nell’Amaro benedettino non sta il segreto della felicità». Poi Mario è figlio unico perché non tenta di primeggiare. Non vince premi aziendali e non legge Freud. Non condizionato dalle pubblicità e dai modelli di felicità, è escluso. Figlio unico, appunto. È un pesce fuor d’acqua, «sfruttato, represso, calpestato, odiato». Mario è un atto d’accusa contro le maggioranze e contro l’apparenza. Rino Gaetano si riconosce in Mario, lo chiama fratello, e lo ama. Perché il segreto della felicità non sta nell’Amaro benedettino ma nell’amore.
La musica è malinconica e indimenticabile.
Sfiorivano le viole. Gli amori dell’adolescenza
Sfiorivano le viole è un altro pezzo da novanta dell’Lp Mio fratello è figlio unico. Non è tra le canzoni più famose di Rino Gaetano, ma per il pubblico più affezionato è un cult. E a ragione. Un brano bellissimo, che restituisce l’atmosfera della prima giovinezza, di quella primavera della vita che ognuno di noi non può dimenticare. Un periodo fatto di amori sfiorati. Immaginati, aspettati.
Sfiorivano le viole accenna a un amore dell’adolescenza, vissuto nell’attesa. Lei cresceva e si faceva donna. Erano gli anni della scuola. Così entrano nel testo La Fayette, Bismarck, l’incontro di Novaro e Mameli (che «insieme scrivono un pezzo tuttora in voga»). Bellissimi i primi versi, che evocano l’arrivo dell’estate, carico di speranze.
Sfiorivano le viole è una pausa del Gaetano pungente, polemico, irriverente. Una bellissima pausa, fatta di lievità e di giovinezze perdute.
Nuntereggae più, una delle canzoni più irriverenti di Rino Gaetano
Ladri di polli, ladri di stato, stupratori, evasori legalizzati, le auto blu, il sangue blu, la Dc, il Pci, il Psi. E poi Maurizio Costanzo, Gianni Brera, Mike Bongiorno, onorevoli, cavalieri, le P38, il Sessantotto, Portobello, tutta la famiglia Agnelli. E chi più ne ha più ne metta.
Nuntereggae più apre l’omonimo album del ’78. È uno dei brani più irriverenti della canzone italiana. Il cantautore calabrese non ha avuto paura a fare nomi e cognomi. Nuntereggae più è uno sfogo definitivo, che non accetta compromessi e buonsenso. Politici, giornalisti, imprenditori. Tutti vengono infilati in questa lista. Una canzone contro gli abusi del potere, contro il qualunquismo, la violenza, la televisione, contro la corruzione e la menzogna. E contro gli oppositori. Infatti, se era più facile fare certi nomi, lo era meno inserire Berlinguer e Guccini. Ma Rino Gaetano era una figura a parte, non schierata, sola, fiera. Così in Nuntereggae più mette dentro anche gli intoccabili. Perché ormai anche l’opposizione sapeva d’istituzione. Rino non temeva di farsi nemici. Anche lo sport nazionale è preso di mira. Così Bearzot, Causio, Tardelli, altri trovano posto in questa sfilata.
Naturalmente il brano provocò polemiche. La sfacciataggine di Rino era una bandiera data in mano agli ultimi e alzata in faccia all’ipocrisia, al qualunquismo, alle frasi vuote, all’arroganza del potere.
Bellissima è l’ironia di quella musica festosa. E geniale è il titolo che evoca quel ritmo reggae.