Biografia della giovane Madonna. 1958-1983

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Madonna è un ingegnere del successo, quasi un David Bowie al femminile. Lo ha cercato con tutte le sue forze. Lo ha ottenuto e mantenuto con una caparbietà fuori del comune. A differenza di altre star, non si è lasciata stritolare dal successo. È passata sopra a tutto. Perché quelle ambizioni giovanili premevano più di ogni altra cosa. Madonna ha saputo leggere la sua epoca. Dare al pubblico quello che il pubblico voleva. Si è fatta icona di questi tempi, resistendo con forza inaudita a tutti i problemi che questo comporta. In apparenza, sul suo viso non si scorge l’ombra di un’inquietudine. Essere la prima, questo, solo questo importa. Qualunque sia il prezzo da pagare, è un prezzo che va pagato senza batter ciglio. La forza caratteriale di questa donna è dura come un marmo. Ma in realtà le ferite ci sono, e sono profonde.

Madonna è un’icona che molti hanno cercato di imitare. Le sue pose, i suoi concerti, i suoi video, le sue trasgressioni hanno fatto scuola. Questa diva ha anche sfruttato la sua influenza in difesa dei diritti delle minoranze.

Madonna
Con i Beatles, Elvis Presley, Michael Jackson, Madonna è tra le rockstar che hanno venduto di più.
Foto di choupigloupi su Flickr, CC BY 2.0.

Madonna. Dalle ferite dell’infanzia alla bohème di New York

Era il 16 agosto del ’58 quando Madonna Louise Veronica Ciccone nacque a Bay City, nel Michigan. La famiglia si trasferì presto in un sobborgo di Detroit. Il papà Silvio era di origini italiane, abruzzesi. I suoi genitori venivano infatti da Pacentro, un centro dell’aquilano di poche migliaia di anime. Louise Veronica se ne sarebbe ricordata all’indomani del terremoto dell’Aquila del 2009. Avrebbe contribuito con una donazione alla ricostruzione di quel mondo ferito.

La vita era dura, per la futura icona. Louise Veronica perse la mamma all’età di cinque anni. I suoi fratelli erano cinque.

Ma più passava il tempo più le sue idee si schiarivano.

Ottenuto il diploma, Madonna si diede alla danza.

Verso i vent’anni la Ciccone era a New York, e cominciò a sgomitare. Perché il successo era la sua strada. Arrivò a New York con pochi dollari in tasca. Dormì in stanze di fortuna.

Lavoricchiava, ma arrotondava con foto destinate a riviste maschili. Continuava con la danza. Si faceva notare nelle discoteche. In un modo o nell’altro si ritrovò a fondare due band, prima i Breakfast Club e poi gli Emmy.

Nel mondo delle discoteche

Terminate queste due esperienze, prese a scrivere e a far circolare qualche brano per le discoteche. I dj di New York se ne accorsero.

Così quella ragazza mezza punk mise a segno i primi colpi, con due singoli a nome Madonna, Everybody e Burning Up. Sensibilità pop ed esuberanza dance. Nelle discoteche il suo nome e la sua voce spopolarono. Il mondo dance degli Stati Uniti era una miniatura del futuro. Perché quella ragazza sensuale, con quel nome trasgressivo se altri mai, avrebbe raggiunto ogni angolo del pianeta, come se fosse una nuova Marilyn Monroe.

Madonna. La fine della biografia e l’inizio della leggenda

Il primo Lp, Madonna (1983), raccolse quei due brani e ne presentò di nuovi. Era l’alba di una diva. Che si scriveva anche le canzoni. Una carica sensuale, nella vocina e negli atteggiamenti, destinata a convogliare su di sé il bisogno d’idolatria della gioventù.

Si definì anche il look della prima Madonna. Un look che sarebbe entrato nell’immaginario degli anni Ottanta. I crocefissi accostati al suo glamour erano ciò che ci voleva per attirare polemiche e ammirazione giovanile.

La leggenda aspettava. Madonna si presentò all’appuntamento il 7 settembre del 1983. Quella mattina fu messo nei negozi Holiday, il terzo singolo estratto dall’album, un vero successo.

Il futuro poteva cominciare…