Napoli milionaria di Eduardo De Filippo

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Napoli milionaria di Eduardo De Filippo esordì sulla scena a metà marzo del ’45 al San Carlo di Napoli e fu pubblicata da Einaudi nel ’50. La commedia si impose subito come uno dei vertici del grande commediografo napoletano. Il successo di pubblico fu immediato e raggiunse i teatri europei. Nel ’72 la pièce andò in scena a Londra, aprendo a Eduardo anche quelle porte. In più diventò, nel 1950, un film, diretto dallo stesso De Filippo, con la partecipazione dell’amico Totò.

Napoli milionaria fu l’inizio della produzione impegnata di Eduardo De Filippo. Impegnato il commediografo partenopeo lo era stato anche altrove, ma con quest’opera lo slancio etico prendeva il sopravvento e giustificava quasi da solo lo sviluppo della storia. In Natale in casa Cupiello la quotidianità della famiglia Cupiello aveva il suo peso, tra miserie e momenti comici. Quella storia era sì alzata a simbolo della società degli anni Trenta e degli eterni contrasti generazionali, ma aveva anche un peso autonomo, con le sue malinconie e con i suoi momenti spassosi. La storia di Napoli milionaria era invece perlopiù finalizzata alle conclusioni etiche del suo autore. Fino alla celebre battuta finale («Ha da passa’ ‘a nuttata»), che era un grumo di significati.

Napoli milionaria e l’impegno etico di Eduardo De Filippo

L’opera è ambientata in una Napoli provata dalla guerra. Protagonisti sono la famiglia Jovine e in particolare il suo capofamiglia Gennaro. Protagonista è soprattutto lo slancio etico di De Filippo.

I Jovine si arrangiano come possono, in quei tempi difficili, come tutti. Tra commerci illeciti ed egoismi. Gennaro è perplesso, ma chiude un occhio. La guerra non giustifica nulla, ma è pur sempre guerra.

Ma quando Gennaro torna a casa dopo più di un anno trova il declino morale della sua famiglia. Che si è arricchita, tra strozzinaggio, delinquenza, commerci poco puliti. I valori di un tempo hanno lasciato spazio al successo sociale, ottenuto con qualsiasi mezzo.

Amalia, la moglie di Gennaro, ha trascurato la famiglia, a vantaggio dei suoi traffici loschi. Così il figlio Amedeo è diventato un mariuolo. La figlia piccola è ammalata, e la sua malattia è stata forse trascurata. Il medico dice che morirà, se non si trova una medicina che sembra introvabile. Amalia teme che la tengano nascosta per farne alzare il prezzo. È quello che ha fatto lei con i suoi commerci, senza tenere conto della fame e delle lacrime delle sue vittime.

Una di queste porta la medicina necessaria. L’aveva in casa. Non pretende nulla in cambio, ma coglie l’occasione per rimproverare Amalia dei suoi torti e della sua durezza di cuore. Il medico dice che la piccola si salverà, se passerà la notte.

Eduardo De Filippo, autore di Napoli milionaria
Eduardo De Filippo.

Ha da passa’ ‘a nuttata

La famiglia Jovine è consapevole ora della necessità di una rinascita etica. Amalia è angosciata. Gennaro la consola, ripetendo le parole dette dal medico e caricandole di significati generali: «S’ha da aspetta’, Ama’. Ha da passa’ ’a nuttata». Parole ricche di speranza e di universalità con cui Eduardo De Filippo fa calare il sipario su Napoli milionaria.