Notte prima degli esami e le emozioni della gioventù

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Notte prima degli esami, il film del 2006 che segnò l’esordio alla regia di Fausto Brizzi, mi procura sempre un fremito. Ogni volta che lo rivedo. Perché certe emozioni sono dentro di me. Quella pellicola le stimola. Le fa tornare vive, tirandole fuori da un tempo perduto e perduto. Già, perché il mio esame di maturità ci fu proprio nell’estate del 1989, l’estate in cui è ambientato il film. Così quelle mode, quelle sere, quelle canzoni le sento mie. È come fare un tuffo indietro. Un tuffo in un’acqua limpida.

Ma questo film smuove un macello di emozioni e di ricordi non solo a chi ha vissuto la giovinezza negli anni Ottanta. Perché, al di là delle mode e delle canzoni, quei fremiti sono sempre gli stessi.

Notte prima degli esami è un film bello e fresco. Proprio perché è capace di tirare fuori la giovinezza sepolta dagli anni. Un po’ come fa la canzone di Venditti da cui il film prende il nome. Quell’energia, quegli stupori, quell’intontimento.

La regia di Fausto Brizzi è misurata. Gli attori sono bravi, sia i meno giovani, a cominciare da Giorgio Faletti, sia i ragazzi, che vivono in quei personaggi con naturalezza ed entusiasmo.

Giorgio Faletti, un protagonista di Notte prima degli esami
Giorgio Faletti.
Foto di Associazione Amici di Piero Chiara da Flickr, CC BY 2.0.

Notte prima degli esami. La fantasia dei diciott’anni e la prosaicità del futuro

Luca Molinari (Nicolas Vaporidis) si è «innamorato» di botto di Claudia (Cristiana Capotondi), una sera, a una festa. Passerà le giornate a cercarla, perché non sa niente di lei, nemmeno dove abita. Scoprirà che è la figlia del suo temutissimo professore di lettere, Antonio Martinelli (Giorgio Faletti), detto la Carogna. La Carogna in realtà rivelerà a Luca un aspetto insospettabile di sé. Infatti è un reduce di Woodstock e si faceva le canne. Perché la gioventù è la gioventù, anche per i futuri professori. La figura di Martinelli simboleggia la distanza tra la fantasia dei diciott’anni e la prosaicità del futuro. E chiarisce il senso del film, che oppone la freschezza dei ragazzi all’aridità che li attende.

Intorno a Luca e a Claudia s’intrecciano le storie dei loro amici. Sogni, amori, tradimenti. E, naturalmente, l’attesa di quell’esame, che nessuno di loro dimenticherà mai.

Alla fine, a Luca va male, perché Claudia, proprio quando lui stava per dichiararsi, gli chiede il telefono del suo amico Riccardo. Così quella notte prima degli esami si salva da un ovvio lieto fine. Il lieto fine è un altro. Ce lo chiarisce la voce fuori campo di Luca, nell’iconica scena sotto la finestra di Simona: «Quella notte è andata così, non ho baciato Claudia e non c’è stato il lieto fine. Eppure me la ricorderò sempre perché era una notte speciale. Ma io la magia di quella notte, come spesso succede nella vita, non l’ho più ritrovata».

Perché la gioventù è indimenticabile, delusioni comprese.