I Queen e le loro canzoni più belle

Al momento stai visualizzando I Queen e le loro canzoni più belle

Nonostante i Queen abbiano pubblicato brani di successo anche negli anni Ottanta e Novanta, da Radio Ga Ga a The Show Must Go On, è sulle canzoni più belle e famose degli anni Settanta che i quattro hanno fondato la loro favola, guadagnandosi un posto di primo piano tra le leggende del rock.

I Queen erano l’eccesso, ed è comprensibile che Freddie Mercury e compagni siano stati combattuti e osannati. C’era chi vedeva in quell’eccesso mancanza di raffinatezza e chi vi riconosceva uno stile. I Queen erano eccessivi ed enfatici in tutto, dal modo di stare sul palco all’abbigliamento, dalle scenografie alla chitarra di Brian May, dalla produzione a tutto il resto.

I Queen non hanno inventato niente. Hanno cavalcato gli stili dell’epoca, dall’hard rock al glam, rivolgendosi anche al progressive, al gospel, al rock and roll, alla musica classica e via dicendo. Ma con la loro mescolanza di stili hanno inventato lo stile Queen.

Gli eccessi dei Queen svelavano le loro inquietudini. Tutto era teatro, scena, finzione, uno stordimento con cui si fuggiva dal brivido della vita.

Le più belle canzoni dei Queen

Gli inizi

Tra le canzoni più belle e rappresentative dei Queen degli anni Settanta non può non essere inserita Keep Yourself Alive. È il primo singolo della storia della band e il primo brano del primo album, l’omonimo Queen. Il 45 giri venne pubblicato il 6 luglio del ’73, a pochi giorni dall’Lp di debutto. La canzone l’aveva scritta Brian May, ma molti hanno ipotizzato la collaborazione di Freddie Mercury. Keep Yourself Alive, passata quasi inosservata al suo apparire, ebbe fortuna successivamente, a partire da una nuova versione pubblicata nel luglio del ’75. Fu, fino all’inizio degli anni Ottanta, un punto fermo nei concerti del gruppo. Il primo album era ancora acerbo. I Queen erano alla ricerca della loro strada. Ma Keep Yourself Alive, con il suo hard rock melodico e le sue ridondanze, lasciava intravedere il futuro di Freddie Mercury e compagni.

Seven Seas Of Rhye, singolo del ’74, fu il primo successo della band. Scritta da Freddie Mercury, la canzone parla del suo mondo d’infanzia. Con Seven Seas Of Rhye, trasmessa ripetutamente dalle radio, i Queen entrarono finalmente nelle classifiche e si fecero conoscere al mondo. Le fatiche di anni vennero premiate e l’entusiasmo arrivò alle stelle. Questo pezzo, già presente in una versione embrionale e strumentale nell’album d’esordio, chiude Queen II, pubblicato nel marzo del ’74.

La prima vera hit

Killer Queen, di Freddie Mercury, che vide la luce come singolo nell’ottobre del ’74, l’11 nel Regno Unito e dieci giorni più tardi negli Stati Uniti, fu la prima vera hit, che arrivò in patria fino alla seconda posizione. Tratta da Sheer Heart Attack, il terzo album della band, che portava a una prima definizione lo stile Queen, che sarebbe esploso in modo impetuoso con il lavoro successivo (A Night At The Opera), era più orecchiabile e commerciale, e svelava le intenzioni di Mercury e compagni, che sempre di più si rivolgevano alle folle e alle classifiche.

Il trionfo dei Queen

Somebody To Love, primo estratto del quinto album, A Day At The Races, uscì il 12 novembre del ’76. Una delle canzoni più celebri e belle dei Queen. La voce di Freddie Mercury, l’autore del brano, fa meraviglie. La canzone è incentrata sulla ricerca di Dio. I cori gospel sono splendidi. In più la ricerca sonora in studio svelava il perfezionismo e la vanità della band. Un vertice assoluto, da brividi, che fece traballare classifiche e radio.

We Are The Champions, di Freddie Mercury, e We Will Rock You, di Brian May, pubblicati nell’ottobre del ’77 in un singolo tra i più famosi del rock, capisaldi di News Of The World, sesto album dei Queen, erano la celebrazione della vittoria, inni collettivi e il trionfo della band britannica. I ritornelli epici e l’invito alla partecipazione erano spudorati e vanitosi. E in questo stava la bellezza di queste due canzoni, riproposte un’infinità di volte in manifestazioni sportive. I Queen celebravano se stessi e i loro trionfi.

Poi I’m In Love With My Car, You’re My Best Friend, ’39, Spread Your Wings e via dicendo.

Freddie Mercury, autore di alcune delle più belle canzoni dei Queen
Montreux, Svizzera. Statua di Freddie Mercury, frontman dei Queen e autore di alcune delle più belle canzoni della band.
Foto di Noah Naf su Unsplash.

Bohemian Rhapsody, il capolavoro dei Queen e una delle più belle canzoni del rock

Ma la canzone che meglio rappresenta i Queen è Bohemian Rhapsody (1975), penultimo episodio di A Night At The Opera e singolo tra i più celebri e venduti di sempre. Il brano venne pubblicizzato da un video iconico pensato per le televisioni, che precorreva l’epoca dei filmati musicali (ma anche gli ABBA avevano affidato nel ’74 la diffusione di Waterloo a un video e negli anni Sessanta i Beatles avevano fatto qualcosa del genere, per esempio con le riprese che accompagnavano il singolo Strawberry Fields Forever / Penny Lane).

Bohemian Rhapsody, con i suoi sei minuti, sembrava improponibile come singolo, ma i Queen si imposero e i risultati furono dalla loro parte. Il brano monopolizzò le classifiche, e tornò in vetta anche nel ’91, quando, in seguito alla morte di Mercury, venne ripubblicato.

Bohemian Rhapsody è l’emblema dello stile Queen, e per certo una delle loro canzoni più belle e uno dei vertici del rock. È un collage di parti molto diverse tra loro. Si va dall’introduzione affidata a un coro a cappella a una bellissima ballata malinconica, da una sezione operistica all’hard rock. Le ambizioni dei Queen, il loro perfezionismo, il gusto dell’eccesso trovavano con questo brano il compimento. Una canzone prodotta maniacalmente, come del resto tutto l’album. Un brano coraggioso e sperimentale, che tenta di mettere d’accordo il passato e la modernità, l’opera e il rock duro. Un pezzo sontuoso, in perfetto stile Queen.

Il brivido della vita

Le parole di Bohemian Rhapsody, tra slanci religiosi e riferimenti al passato, sono di difficile interpretazione, e riflettono il complesso mondo interiore di Freddie Mercury. Un testo splendido, che ci fa scorrere sulla pelle il brivido della vita,

Mamma, ho appena ucciso un uomo

gli ho puntato una pistola alla testa

ho premuto il grilletto, ed ora è morto.

Mamma, la vita era appena iniziata

ma ora l’ho lasciata e l’ho buttata via.

Mamma, non volevo farti piangere

se non sarò tornato a quest’ora domani

va avanti, va avanti, come se niente fosse stato.

Troppo tardi, è venuta la mia ora

rabbrividisco

il corpo mi fa male in continuazione.

Addio a tutti, devo andare

devo lasciarvi tutti e affrontare la verità.