Patty Pravo, nome d’arte di Nicoletta Strambelli, nata nell’aprile del ’48 a Venezia, ha contribuito, negli anni Sessanta e Settanta, allo svecchiamento della nostra mentalità. La rivoluzione del costume, del linguaggio, dei rapporti interpersonali era arrivata anche in Italia ma non aveva sradicato il provincialismo. Patty Pravo, con Mina, con Caterina Caselli, con altri, ha portato, dalla seconda metà degli anni Sessanta, una ventata di aria fresca e giovanile.
Le canzoni che interpretava nei Sessanta, influenzate dal beat, proponevano una mentalità nuova e hippie, e alcuni brani dei Settanta, più melodici o cantautorali, mettevano in scena situazioni ancora più trasgressive, come Pazza idea, del 1973, le cui parole sono di Maurizio Monti e Giovanni Ullu,
Pazza idea di far l’amore con lui
pensando di stare ancora insieme a te!
Folle folle folle idea di averti qui
mentre chiudo gli occhi e sono tua.
e la sensualissima Pensiero stupendo, del 1978, scritta da Ivano Fossati e Oscar Prudente, che parlava di un rapporto sessuale a tre.

Patty Pravo. Una ragazza moderna
In più Patty Pravo ha contribuito allo svecchiamento del costume attraverso il suo atteggiamento, il modo di stare sul palco, provocatorio, sensuale, giovanile. E poi il suo abbigliamento, fatto di minigonne e freschezza.
Emblematica era anche la sua storia personale. Ragazza votata all’indipendenza, andò via di casa giovanissima, prima di affermarsi al Piper, storico locale di Roma e icona di gioventù e di modernità.
Patty Pravo era anticonformista anche nelle sue dichiarazioni («Faccio l’amore prima di ogni esibizione. La verginità? È solo un’inutile pellicina», disse per esempio a una rivista).
Insomma, Patty era un nuovo modello di ragazza, un simbolo di gioventù e di spigliatezza.
La voce espressiva di Patty Pravo
Alla base della bellezza delle canzoni di Patty Pravo c’è la sua voce. Una voce riconoscibilissima e quasi androgina, rauca e profonda, sensuale, strascicata, sottilmente disperata. Le sue interpretazioni erano capaci di completare e a volte cambiare il senso della scrittura. Si pensi alla Bambola, pubblicata nel ’68. Patty non avrebbe voluto cantare il brano, che sembrava dare un’idea antiquata della donna. Eppure La bambola che esce dalla sua voce ha i caratteri della modernità.
Poco incline al compromesso
Nicoletta è sempre stata poco incline al compromesso. Ha seguito perlopiù la sua strada e le sue idee. Da qui i continui cambi di casa discografica.
La grande personalità l’ha portata anche a rifiutare proposte che nessuno avrebbe rifiutato, come quelle di recitare in film di De Sica e Fellini.
La propensione al cambiamento di Patty Pravo
Patty Pravo è stata capace di tante svolte, di non fossilizzarsi in formule consolidate, passando dal beat al pop, dalla grande chanson francese alla nostra canzone d’autore, dal rock al synth, dalla ragazza disinibita alla signora di classe. La propensione al cambiamento le ha permesso di avere una carriera lunga e ricca di successi. Tra questi Qui e là, Se perdo te, Il paradiso, Ragazzo triste, Non andare via, Tutt’al più, Canzone degli amanti, La valigia blu, …E dimmi che non vuoi morire e via dicendo.
Tra pop ed élite
Di Patty Pravo dobbiamo sottolineare anche l’equilibrio tra popolarità ed elitarismo. Un equilibrio che non è mai sfociato nello snobismo né in un’eccessiva presenza. È sempre stata capace di dire di no, di non vendersi, di seguire le proprie inclinazioni e allo stesso tempo di essere di moda.
I tormenti di Patty Pravo
Della Pravo sono poi indimenticabili le cover, specie quelle delle canzoni della sua amata Francia, che hanno portato a galla le sue inquietudini. Da Jacques Brel a Léo Ferré, Nicoletta Strambelli ha contribuito alla diffusione della grande canzone francese, regalandoci interpretazioni toccanti e originali. In particolare Col tempo (1972), cover di Avec le temps di Ferré, è per certo uno dei vertici dell’artista veneziana, che ne ha dato un’interpretazione piena di brividi e di malinconia.