Charlie Chaplin nacque nel 1889 nella periferia di Londra. Ebbe un’infanzia dura. Il padre morì a trentotto anni di cirrosi epatica. La madre fu internata in più occasioni. Entrambi erano uomini di teatro.
Erano anni di povertà. Il piccolo Charlie, al seguito dei genitori, capì presto che la sua strada era lo spettacolo.
I disagi del bambino si capovolsero nella gloria immensa dell’adulto. Chaplin diventò un attore e un regista tra i più acclamati della storia del cinema.
Il suo nome è principalmente legato a Charlot. Le sue grandi scarpe, i pantaloni larghi, il suo bastone, la bombetta, il passo buffo e tutto il resto sono tra le leggende della settima arte. Goffo, povero, pieno di umanità, Charlot diverte e commuove.
I film che hanno reso immortale Charlot appartengono all’epoca del muto, anche quando c’è la colonna sonora. In effetti questo personaggio non parla mai. I principali film sono Il monello del 1921, con quell’equilibrio perfetto di lacrime e comicità, La febbre dell’oro, Luci della città, Tempi moderni del 1936.
Il primo film sonoro di Chaplin fu Il grande dittatore del 1940, l’ennesimo capolavoro. Una pellicola dagli incassi enormi che denunciava e irrideva la follia di Adolf Hitler attraverso scene memorabili.
Indimenticabile il lunghissimo applauso che nel ’72 accompagnò la consegna dell’Oscar onorario al grande attore.
Di seguito alcune frasi di Charlie Chaplin.
Frasi di Charlie Chaplin
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato. I ricchi comprano rumore. L’animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi lo cerca.
La solitudine è una cosa repellente. Ha un lievissimo alone di tristezza, non riesce ad attrarre o a interessare; se ne prova un po’ di vergogna. Ma, in misura maggiore o minore, è la compagna di tutti.
La vera felicità è qualcosa di molto vicino alla tristezza.

La giovinezza sarebbe un periodo più bello se solo arrivasse un po’ più tardi nella vita.
La semplicità è una dote difficile da conquistare.
Non c’è niente di permanente in questo mondo malvagio, neppure i nostri dispiaceri.
Non sono cittadino di nessun posto, non ho bisogno di documenti e non ho mai provato un senso di patriottismo per alcun paese, ma sono un patriota dell’umanità nel suo complesso.
La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato.
La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà. La scienza ci ha trasformato in cinici, l’avidità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità. Più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità, la vita è violenza e tutto è perduto.