Frasi di Fëdor Dostoevskij

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Fëdor Dostoevskij, nato a Mosca nel 1821 e morto a San Pietroburgo nel 1881, è uno dei massimi romanzieri e filosofi russi.

La sua biografia è piena di tempeste. Cresciuto nell’autoritarismo paterno, perse da ragazzo sia la madre che il padre, vittima di un omicidio. Per la sua frequentazione del circolo progressista Petraševskij, ebbe la condanna a morte. Graziato a un passo dall’esecuzione, fu destinato ai lavori forzati in Siberia. Era epilettico ed ebbe per buona parte della sua vita gravi problemi economici. Fuggì dalla Russia e dai creditori. Ebbe il vizio del gioco. Visse la morte della prima moglie e di due figli.

Queste tempeste si capovolsero nella grandezza della sua opera e del suo pensiero. Delitto e castigo, L’idiota, I fratelli Karamazov sono tra i romanzi più acclamati della modernità, dove vive tutto lo slancio religioso di Dostoevskij, tutta la sua ansia di salvezza, che per lo scrittore può essere raggiunta solo tramite la sofferenza e il marciume quotidiano.

Le frasi di Fëdor Dostoevskij che seguono sono tratte dai suoi articoli e dai suoi diari.

Leggi anche le frasi di Kierkegaard.

Fëdor Dostoevskij
Dostoevskij ritratto da Vasilij Perov.

Frasi di Fëdor Dostoevskij

È chiaro ed evidente che il male si insinua nell’uomo più profondamente di quanto suppongano i medici-socialisti. In nessun ordine sociale si sfuggirà al male e l’anima umana non muterà: l’aberrazione e il peccato scaturiscono da lei stessa.

Chiunque voglia sinceramente la verità è sempre spaventosamente forte.

Diventa ricco e tutto sarà tuo e tutto potrai: non vi può essere un pensiero più corrotto di questo.

I signori delle idee di «ferro» non ci crederanno, ma io dichiaro che l’amore per l’umanità non è neppure concepibile né comprensibile ed è impossibile senza la fede nell’immortalità dell’anima umana.

La libertà, nella sua più alta espressione, consiste nel dare tutto e nel servire gli altri. L’uomo capace di questo, capace d’essere padrone di sé sino a tal punto, è libero come nessun altro.

Nella lite l’offensore, avendo coscienza di aver offeso, non va a far la pace con colui che è stato offeso, ma dice: l’ho offeso, dunque debbo vendicarmi.

Nel mondo attuale per libertà s’intende la licenza, mentre la vera libertà consiste in un calmo dominio di se stessi. La licenza conduce soltanto alla schiavitù.

Nel realismo puro non c’è verità.

Nonostante tutte le perdite e le privazioni che ho subito, io amo ardentemente la vita, amo la vita per la vita e, davvero, è come se tuttora io mi accingessi in ogni istante a dar inizio alla mia vita […] e non riesco tuttora assolutamente a discernere se io mi stia avvicinando a terminare la mia vita o se sia appena sul punto di cominciarla […].

Pietà quanta se ne vuole, ma non lodate le cattive azioni: date loro il nome di male.

Non sapete che moltissime persone sono malate appunto della loro salute, cioè di una smisurata sicurezza della propria normalità, e perciò stesso contagiate da una terribile presunzione, da una incosciente autoammirazione che talvolta arriva addirittura all’infallibilità? […] Questi uomini pieni di salute non sono così sani come credono, ma, al contrario, sono molto malati e debbono curarsi.