Madre Teresa di Calcutta. Dieci frasi

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Gonxha Agnes Bojaxhiu, la futura Madre Teresa di Calcutta, nacque nel 1910 a Skopje, oggi capitale della Macedonia del Nord, da genitori albanesi. All’età di otto anni perse il padre. Cominciò poco dopo a partecipare alle attività della parrocchia del Sacro Cuore, anche aiutando i più disagiati. Iniziò così a conoscere la povertà e il suo futuro. Nel ’28 prese i voti, entrando nelle Suore di Loreto, che svolgevano attività missionarie in India. L’anno dopo arrivò nella sua futura terra e nel suo destino. In India, nel ’31, assunse il nome di Maria Teresa. Subito dopo iniziò a prestare servizio, a Calcutta, presso il collegio cattolico di Saint Mary. A ventisette anni pronunciò i voti perpetui e prese il nome di Madre Teresa, con cui tutti l’avremmo conosciuta. Madre Teresa continuò a lavorare nella scuola, diventandone direttrice nel ’44.

Per l’India erano tempi duri. La lotta per l’indipendenza, fino al ’47. Le lotte di religione. Situazioni estreme di povertà e di malattie. La Madre maturava la sua scelta definitiva.

Tra i più poveri dei poveri

Fu la notte del 10 settembre del ’46, lungo un viaggio in treno verso Darjeeling, che Madre Teresa ebbe l’ispirazione di essere l’ultima degli ultimi. La Madre scelse, quella notte, il servizio totale per i più poveri. Senza compromessi e distanze.

Dopo aver avuto l’approvazione di papa Pio XII, alla fine del ’48 fondò la prima scuola a Calcutta. Due anni dopo prese vita ufficialmente la congregazione delle Missionarie della carità. L’abito era un sari bianco bordato di blu. Lo stile di vita era di una povertà estrema. Madre Teresa fondò i primi centri, per i poveri, per i malati, i moribondi, gli orfani. Soprattutto prese a cuore il problema dell’esclusione sociale, che considerava il più grave di tutti.

Il resto è storia nota. Il nome di Madre Teresa si diffuse negli anni per tutta l’India e fuori dell’India. La congregazione, a partire dalla metà degli anni Sessanta, aprì case in tutto il mondo. Le sue scelte radicali portarono Madre Teresa ad avere tanti riconoscimenti, che culminarono con il Nobel per la pace nel ’79. Intenso fu il suo rapporto con papa Giovanni Paolo II.

La Madre lasciò il mondo a ottantasette anni, il 5 settembre del ’97. E il mondo le riconobbe onori insoliti.

Tra le tenebre e Dio

Madre Teresa è stata a volte fraintesa. Alcuni hanno visto la sua opera per i poveri semplicemente come un’opera utile, svuotandola così del suo senso profondo. Il servizio verso gli altri era invece il segno del suo misticismo. Madre Teresa era una suora contemplativa. Amava spesso ripetere di essere solo uno strumento nelle mani di Dio. Il suo slancio verso Dio la portava ad amare il prossimo. E i suoi interventi concreti erano una manifestazione di questo amore.

Nelle dieci frasi che seguono risalta proprio la tensione di Madre Teresa di Calcutta verso l’infinito. Ma anche le sue tenebre, che sono sempre alla base della fiducia incondizionata in Dio.

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Dieci frasi di Madre Teresa di Calcutta

È necessaria l’infelicità per capire la gioia, il dubbio per capire la verità, la morte per comprendere la vita. Perciò affronta e abbraccia la tristezza quando viene.

Ho cominciato ad amare le mie tenebre perché credo che siano una parte, una piccola parte delle tenebre di Gesù e della sua pena sulla terra.

Il dolore è un dono di Dio per te. Non devi sciupare questo dono ma renderlo fruttuoso.

Se l’incertezza rimane è il momento di inginocchiarsi. In quella preghiera, Dio non può ingannarci perché essa viene dal di dentro.

Gesù mi chiede una cosa sola: che io mi appoggi a Lui; che in Lui soltanto ponga tutta la mia fiducia, che mi abbandoni a Lui senza riserve.

Madre Teresa di Calcutta
Madre Teresa di Calcutta.
Foto di Manfredo Ferrari, CC BY-SA 4.0.

Questa è la cosa più bella di Dio. Essere onnipotente, eppure non fare costrizione verso nessuno.

Nel nostro sevizio non contano i risultati, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo.

Se vuoi cambiare il mondo, vai a casa e ama la tua famiglia.

Potreste essere distrutte dalla fatica, uccidervi anche, ma se il vostro lavoro non è intessuto d’amore è inutile. Dio non ha bisogno della vostra opera.

Se solo un piccolo bimbo infelice sarà reso felice dall’amore di Gesù non sarà valsa la pena di dare tutto per questo?