Frasi di Charles Bukowski

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Una scelta di frasi di Charles Bukowski dove risaltano la sua bohème e la sua propensione per la solitudine. Frasi di uno scrittore cult che ha affascinato generazioni di spiriti ribelli.

Cenni introduttivi

Charles Bukowski nacque nel ’20 ad Andernach, in Germania, il giorno dopo Ferragosto. Il padre era statunitense, la madre tedesca. Tre anni dopo, la famiglia si trasferì negli Stati Uniti, a Baltimora, stabilendosi poco dopo a Los Angeles, che sarebbe diventata la città di Charles.

Negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, il futuro scrittore fece conoscenza con quella vita tormentata che avrebbe mitizzato nelle sue pagine. Era timido e vittima di bullismo. In più aveva forti contrapposizioni all’interno della famiglia. Charles fece anche ben presto conoscenza con l’alcol, che lo avrebbe accompagnato fino agli ultimi tempi.

La storia di Bukowski fu quella tipica dell’artista maledetto, tra stanze d’albergo povere, lavori saltuari, eccessi, disordini di ogni tipo. Una storia portata alla ribalta dai suoi racconti e dalla sua poesia. La vasta produzione di questo scrittore è infatti fondata sul suo vissuto, restituito con un linguaggio schietto, che ha spinto qualcuno ad accomunarlo agli scrittori della beat generation. Altri lo hanno inserito nel realismo sporco.

I racconti di Charles Bukowski sono popolati di sesso, locali squallidi, perdizioni, angoli dimenticati, alcol, stanze d’occasione, lavori non amati, povertà, derelitti. Insomma, sono protagoniste le sue storie reali, arricchite da un tocco d’immaginazione.

Bukowski morì nella sua città nel marzo del ’94, dopo vari problemi di salute.

Con gli anni è diventato uno degli scrittori più popolari del Novecento, anche grazie alla sua biografia, ricca di bohème e di tormenti.

Frasi di Charles Bukowski, prese dai suoi libri e dalle rare interviste, popolano la rete e sono oggetto di culto.

Piuttosto che proporre un elenco sterminato e sterile delle sue frasi, qui presento una rapida scelta che ci suggerisca la visione del mondo di Charles Bukowski, il suo amore per la solitudine, il suo rapporto con la folla, il suo irriducibile anticonformismo.

Leggi anche le frasi di Albert Einstein.

Frasi di Charles Bukowski

Frasi di Charles Bukowski sul rapporto con gli altri

La mia vita non è stata granché bella. Gli ospedali, il carcere, i lavori, il bere, i dopo sbronza, i liquori pessimi, le donne brutte, le piccole stanze. […] quando mi guardo nello specchio del supermercato e vedo i miei occhietti come piccoli insetti perfidi, la faccia storta, piena di cicatrici e il vomito rovesciato al posto della pelle, penso che comunque sono felice di non essere quegli uomini belli che vedo in giro.

Non mi piacciono gli uomini perfettamente rasati, con la cravatta e un buon lavoro. Mi piacciono gli uomini disperati, con i denti rotti, il cervello a pezzi e una vita da schifo.

Non cerco mai di migliorarmi o di imparare qualcosa, rimango esattamente come sono. Non sono uno che impara, sono uno che evita. Non ho voglia di imparare, mi sento perfettamente normale nel mio mondo pazzo; non voglio diventare come gli altri.

Corrono come se avessero il fuoco sotto il sedere in cerca di qualcosa che non si trova. Si tratta fondamentalmente della paura di affrontare se stessi, si tratta fondamentalmente della paura di essere soli. Invece a me fa paura la folla.

Pensate a tutti i milioni di persone che vivono insieme anche se non gli piace, che odiano il loro lavoro e sono spaventati all’idea di perderlo: non c’è da stupirsi che le loro facce abbiano l’aspetto che hanno.

Sapevo che le code mi stavano uccidendo. Non riuscivo ad accettarle, al contrario di tutti gli altri. Tutti gli altri erano normali. Per loro la vita era bella. Potevano far la coda senza provare dolore. Potevano mettersi in coda e starci per sempre.

Lo stare da solo non mi ha mai dato fastidio perché ho sempre avuto una grande propensione per la solitudine. È quando sono a una festa o in uno stadio gremito di gente che esulta per qualcosa che posso soffrire di solitudine.

Frasi di Charles Bukowski
Libri di Charles Bukowski che racchiudono alcune delle sue frasi che spopolano nel web.

Altre frasi di Charles Bukowski

Non ho grandi desideri di possedere qualcosa. Voglio solo lavarmi i denti e sperare che non mi cadano; spero che mi si rizzi almeno una volta l’anno prossimo: solo piccole semplici cose.

Per me essere pagato per scrivere è come andare a letto con una bella donna e dopo averlo fatto lei si alza, prende la borsetta e mi dà un rotolo di banconote.

Non mi dispiace avvicinarmi alla morte: infatti quasi ci si sente bene.

Se vuoi sapere chi sono i tuoi amici, procurati una condanna in carcere.

Siamo tutti solo in attesa, facciamo piccole cose nell’attesa di morire.

Certe persone non impazziscono mai. Che vita orribile devono vivere.

Attenti a quelli che cercano continuamente / la folla; da soli non sono nessuno.

Non riuscivo ad accettare di lavorare per qualcuno, quella cosa dalle otto alle cinque. Così ho cominciato a bere sul serio e ho cercato di tirare avanti senza lavorare. Lavorare era francamente disgustoso per me. Morire di fame ed essere un barbone mi sembrava più nobile.

Concludendo

Charles Bukowski, anticonformista e solitario se altri mai, era a disagio nella folla, e inevitabilmente molte sue frasi viste sopra sono incentrate sul conflittuale rapporto con gli altri. Lo scrittore americano non tollerava le abitudini, i modelli di felicità, il tentativo di assomigliare agli altri, che poi altro non è che insicurezza e paura di se stessi. Bukowski non cercava l’approvazione del prossimo. Così era fuori posto in una società che tende all’uniformità e che non tollera l’eccezione.