I Beatles, nell’estate del ’62, erano ormai avviati alla Beatlemania.
Estate 1962
Agosto.
Dopo il licenziamento del batterista Pete Best, ci furono scene di protesta. Pete aveva molte ammiratrici, per la timidezza accattivante. Epstein stesso dovette fronteggiare il malcontento. Comunque sia, la sera di sabato 18 agosto, alla Hulme Hall di Port Sunlight (Birkenhead), Ringo Starr suonò alla batteria con gli altri tre. Ecco finalmente i Beatles come il mondo li avrebbe conosciuti.
Nonostante il trattamento riservato a Best, Neil Aspinall, amico del batterista e road manager dei Beatles, restò al fianco del gruppo.
Settembre.
Il mese fu dedicato agli show e alle prove per il 45 d’esordio. Le registrazioni furono tante. Si fecero varie ipotesi. Ma i Beatles raggiunsero l’obiettivo: pubblicare brani scritti in proprio.
Alla fine George Martin volle alla batteria un turnista, Andy White, al posto di Ringo Starr, destinato alle maracas e al tamburello. Martin non era così fiducioso, ma l’intuito lo portò a perseverare. Era possibile cavare qualcosa di decente da quel gruppo? Il produttore in fondo ci credeva, e molto di più l’infaticabile Brian Epstein.
Gli show furono serrati. Al Cavern, a Widnes (città a due passi da Liverpool), all’Oasis Club di Manchester. E poi altre frenetiche serate che avevano il sapore della Beatlemania che bussava.

Autunno 1962
5 ottobre.
Uscì il primo 45 giri beatlesiano, a firma Lennon/McCartney, Love Me Do (sul lato B, P.S. I Love You). Vendette discretamente bene, procurando ai Beatles impegni fuori Liverpool e serate più prestigiose. In più i quattro stavano per essere scritturati per tour da compiere l’anno dopo, ed erano prossimi all’incisione del 45 giri (Please Please Me) che avrebbe aperto il ’63 dando il la al successo.
12 ottobre.
Un altro passo in là nella scalata al successo i Beatles lo compirono stasera, quando cantarono alla Tower Ballroom (New Brighton, Wallasey), all’interno di uno spettacolo di oltre cinque ore. Il loro show venne dopo quello di Little Richard.
Verso il ’63.
Prima di tornare ad Amburgo per i concerti della fine del ’62 (giovedì 1°-mercoledì 14 novembre e martedì 18-lunedì 31 dicembre), impegni già presi che ora infastidivano i Beatles tenendoli lontani dall’Inghilterra, i quattro fecero in tempo a consolidare la presenza in patria grazie allo sperimentato programma molto intenso di esibizioni (spesso più di una al giorno). Esordirono in televisione. Si spinsero, il 20 ottobre, a tenere uno show a 200 chilometri da Liverpool. Tornarono in radio. Arrivarono a cantare, domenica 28 ottobre, nel più rinomato teatro di Liverpool, l’Empire, uno dei luoghi dei Beatles, all’interno di uno spettacolo che annoverava grandi nomi. E furono questi solo alcuni momenti di quell’intenso autunno inglese.

La prima metà del 1963
11 gennaio.
Pubblicato il 45 Please Please Me/Ask Me Why.
11 febbraio.
John Lennon e soci registrarono tutte le tracce dell’album d’esordio.
Marzo-maggio.
Intorno alla data di pubblicazione (22 marzo) del primo album, Please Please Me, i Beatles proseguirono con il frenetico programma di concerti. Avevano appena terminato il tour con Helen Shapiro, e subito si imbarcarono (il 9 marzo) in quello con Tommy Roe e Chris Montez. Il gruppo si impose, come aveva fatto lungo la tournée con la Shapiro e come avrebbe fatto in quella con Orbison, come l’attrazione principale. In questo periodo in più uscì (l’11 aprile) il 45 giri From Me To You e venne registrata (all’inizio di luglio) She Loves You.
Terminato il tour con Roe e Montez il 31 marzo, i quattro di Liverpool continuarono la serie di show, tra cui ricordiamo almeno quelli sempre più rari nella loro città, sia all’Empire che al Cavern, e quello alla Royal Albert Hall di Londra, una serata dove Paul McCartney conobbe Jane Asher, bellezza televisiva, aspirante attrice e futura fidanzata del Beatle.
Il 18 maggio iniziò il tour con Roy Orbison.
I Beatles riuscirono anche a prendersi una vacanza, dal 28 aprile al 10 maggio, che George Harrison, Paul e Ringo sfruttarono andando a Tenerife e John e Brian Epstein recandosi in Spagna.
Agosto-ottobre 1963. Verso la Beatlemania
Metà agosto.
I Beatles, anche per le scene di delirio, decisero di non cantare più in club ma solo in spazi più ampi come quelli dei teatri. In più il road manager Neil Aspinall venne affiancato da Mal Evans, già buttafuori del Cavern.
Aumentarono le apparizioni in radio e in show televisivi.
Settembre-ottobre.
A settembre, mentre le vendite proseguivano senza sosta (il 23 agosto era stato anche pubblicato il celeberrimo singolo She Loves You con i suoi «yeah, yeah, yeah»), il gruppo continuava nella lavorazione del secondo album, With The Beatles.
A inizio ottobre, i quattro tornarono da un periodo di vacanza, e ancora concerti e apparizioni radiofoniche e televisive. Che frenesia! E la Beatlemania doveva ancora arrivare! Il rock and roll dei Beatles, tra coretti e melodie intriganti, era qualcosa a cui gli adolescenti non potevano resistere. La Beatlemania sbocciava ed era in procinto di raggiungere alcuni dei suoi indimenticabili vertici. L’anticonformismo educato, la contrapposizione non violenta alla famiglia e alla tradizione trovavano con i Beatles uno sbocco e una bandiera.
24-30 ottobre.
Primo tour all’estero (a parte le trasferte amburghesi), in Svezia.
La Beatlemania
31 ottobre.
Di ritorno dai successi svedesi, i Beatles si imbatterono nella prima accoglienza in aeroporto. Sarebbe diventata la norma. Oltre alla presenza di decine di fotografi e giornalisti, quella di centinaia di ragazzine che avevano sfidato il freddo e la pioggia scatenatisi su Londra. Questo il bentornato londinese per i ragazzi di Liverpool il cui nome, meno di tre anni prima, era stato incollato con acqua e farina su un manifesto pubblicitario.
Dai primi, squallidi locali di Amburgo, dove i Beatles si erano massacrati, in mezzo a risse e spogliarelli, per intrattenere la platea malfamata, erano passati soltanto tre anni. Eppure questo ’63 si sarebbe chiuso, cito un quotidiano inglese dell’epoca, con il gruppo «scolpito nel cuore della nazione».
1° novembre.
I Beatles diedero il via al tour britannico d’autunno. Il successo ora diventava di proporzioni inimmaginabili.
Era scoppiata la Beatlemania.